Il ruolo degli interpreti nella letteratura
La professione dell’interprete non è certamente la più popolare del mondo, soprattutto in Italia, in cui non è ancora così largamente diffusa la pratica dell’interpretariato. Per fortuna però abbiamo esempi di letteratura classica e moderna che consentono a tutti di entrare in questo universo sconosciuto ai più.
Chi, meglio di colui ha fatto del proprio lavoro una passione, può descrivere questa professione così antica? Paolo Maria Noseda, uno dei più noti e apprezzati interpreti in Italia, ha prestato la sua voce a scrittori, politici e cantanti, collezionando curiosità e aneddoti divertenti, raccolti nel libro: “La voce degli altri: Memorie di un interprete”. Noseda ha voluto dedicare a sé stesso e ai suoi colleghi un’opera che si allontana molto dai classici libri guida per neo-interpreti, raccontando perfettamente ciò che significa e comporta “essere interpreti”.
Anche nella letteratura classica ci sono molte opere in cui gli interpreti hanno ricoperto dei ruoli da protagonisti atti a risolvere intrighi linguistici.
In una famosa storia della saga di Sherlock Holmes, “L’avventura dell’interprete greco”, Arthur Conan Doyle racconta le disavventure dell’interprete greco Melas, presentato a Holmes e Watson da Mycroft Holmes. Il signor Melas, rapito da uno strano individuo, Harold Latimer e ritrovatosi in una località sconosciuta, fu costretto a fare da interprete a un uomo greco tenuto in ostaggio. Senza spoiler, per chi non lo avesse ancora letto, è l’interprete che aiuta a risolvere gli intricati casi di Sherlock Holmes.
Nel 1979 Douglas Adams pubblica un capolavoro di fantascienza umoristica in cui si racconta del pesce di Babele, in riferimento alla biblica Torre, durante la cui costruzione, gli uomini parlavano tutti la medesima lingua. – «Il Babelfish è piccolo, giallo, ricorda una sanguisuga ed è forse la cosa più strana dell’universo. Si ciba dell’energia delle onde cerebrali, assorbendo frequenze inconsce ed espellendo una matrice di frequenze consce verso i centri cerebrali del linguaggio. La conseguenza pratica è che se ve ne ficcate uno nell’orecchio, comprenderete istantaneamente qualunque cosa, in qualunque lingua»
La possibilità di avere un “apparecchio fantascientifico” che consente la comprensione immediata di tutte le lingue del mondo, è molto affascinante. Potersi spostare nell’universo senza conoscere barriere linguistiche però non è così lontano dalla realtà, come lo era alla fine del ‘900.
La mission di Ablio è proprio questa: abbattere le barriere linguistiche, grazie alla tecnologica piattaforma automatizzata progettata per metterti in collegamento con un interprete in qualsiasi momento, in qualsiasi lingua e ovunque tu sia. Basta una semplice registrazione su ablio.com.
Grazie ad Unsplash per la foto.